La ricetta di Eric Schmidt: ci vuoleA�la banda larga ovunque.

Il ragionamento di Eric Schmidt non fa una piega, nella��apparente semplicitA�. Mr. Google, la��uomo che ha portato al successo la��azienda-simbolo della��era digitale, ieri, girando per Roma, lo ha arricchito di esempi in una raffica di incontri e colloqui da cui sono emerse tante ricette per la��Italia. Del tipo: A�Prendete una stampante 3D, che cambierA� le nostre vite e la produzione di oggetti di uso comune. Mettetela nelle mani degli artigiani italiani, unitela al vostro design. Sono queste le cose in cui dovete specializzarvi!A�.

Una giornata in giro per Roma con la��Executive Chairman di Google – il titolo che ha assunto dopo essere stato per un decennio la��amministratore delegato – A? una lezione su come trasformare il digitale in acceleratore per la crescita. E anche la��occasione per un annuncio: da Mountain View sta per partire un A�investimento importanteA� destinato a valorizzare le eccellenze italiane.

A�What would Google do?A� (che farebbe Google?) era il titolo di un libro uscito tempo fa negli Usa, nel quale Jeff Jarvis della City University di New York si interrogava su come applicare il metodo della societA� californiana a ogni aspetto della vita. Ieri Schmidt ha offerto risposte alla domanda declinandole per un Paese, il nostro, dove ha vissuto come figlio di un docente della Johns Hopkins University in trasferta a Bologna.

Prima ne ha parlato al Tempio di Adriano, incontrando politici, imprenditori e creativi in un evento organizzato da Google. Poi a un gruppo di Ceo e al sindaco Ignazio Marino, riuniti dalla��Ambrosetti Club per una conversazione guidata da Valerio De Molli di A�The European House-AmbrosettiA� e dal direttore de A�La StampaA� Mario Calabresi. Ancora, agli studenti invitati aA�incontrarlo da Andrea Ceccherini, presidente della��Osservatorio Permanente Giovani-Editori. Ma anche ai vari interlocutori di passeggiate tra il Pantheon e piazza della Minerva, dove alcuni turisti americani guardavano il manager che dA� consigli a Obama rilassarsi in maniche di camicia.

Consigli, Schmidt ne ha non solo per la Casa Bianca, ma anche per il governo italiano. A�Come prima cosa deve portare la banda larga in tutto il Paese il piA? in fretta possibile. Poi deve mettere maggiore enfasi sulla��educazione di tipo tecnico e digitale. Infine deve semplificare le regole per chi vuol investire dalla��esteroA�.

Google A? pronta a fare la sua parte con un investimento di cui per ora Schmidt delinea solo le caratteristiche di massima: servirA� a far conoscere nel mondo le eccellenze nascoste della��Italia, a diffondere competenze digitali tra gli imprenditori e a valorizzare i giovani digitali. Qualche altro indizio lo offre Fabio Vaccarono, country manager di Google: A�Ea�� un progetto pensato per la��Italia. Le basi le abbiamo poste nel lavoro che stiamo cominciando a fare con realtA� come Unioncamere, la��UniversitA� Caa�� Foscari o il Ministero delle Politiche AgricoleA� (Schmidt ha incontrato ieri il ministro Nunzia De Girolamo).

La��idea di fondo A? quella di offrirsi come A�facilitatoreA� per un salto digitale indispensabile. A�Voi italiani siete molto creativi e avete un brand eccezione – spiega Schmidt – ma la penetrazione di Internet qui A? la metA� di quello che ca��A? nel resto da��Europa. Siete indietro rispetto agli altri Paesi del G20. Avete paura a usare le carte di credito e non usufruite in pieno delle possibilitA� dei pagamenti online. A? ora di cambiare. Dovete avere una strategia digitale per sfruttare il Made in ItalyA�.

Schmidt, che ha scritto un libro sul futuro digitale del mondo, si immagina non solo una Roma piena di auto che si guidano da sole, una delle principali innovazioni che prevede nel futuro (pur ammettendo che A�A? difficile pensarle nel traffico romanoA�). Ma anche una cittA� dove i turisti arrivano aiutati da software che ricordano cosa hanno visto nella loro precedente vacanza romana, cosa hanno perso, cosa potrebbe loro piacere in base ai gusti che hanno condiviso sulla Rete.

Il tutto a portata di battito di ciglia, per esempio, con i Google Glass. A�Entriamo in una��era – spiega Mr. Google – in cui il computer non A? piA? la macchina a cui chiedi qualcosa, ma la��assistente che ti conosce e ti accompagna. La privacy? SarA� uno dei grandi temi dei prossimi anni, ma non si puA? regolare con decisioni dei governi, ciascuno di noi deve scegliere cosa vuol condividere per fare esperienze miglioriA�.

Credits: questo articolo A? stato pubblicato su La Stampa da Marco Bardazzi in data 10/10/2013